PROMIS DANS UN PROCHAIN POST, LA TRADUCTION
INTERVISTA A BERT MAURI
Domenica di fine Ottobre, colori autunnali e ultimo sole tiepido. Un giro in
riviera romagnola è un ottima scusa per passare da Bert, a fare due
chiacchiere sui suoi progetti. L'intervista è sul sito da diverso tempo,
quindi tanti di voi sanno già di cosa si tratta. Chiedo scusa se ho tardato
un po' a inviarla in newsletter, ma ultimamente c'era sempre da scrivere sui
due milanesi, che davano spettacolo nelle acque atlantiche. Intanto a Rimini
i lavori sono andati avanti, ora lo stampo dello scafo è finito e si passa
al modello della coperta
Strano cercare un cantiere navale tra le colline di Rimini. La strada
diventa sterrata, porta a un casolare, sembra uno dei tanti agriturismi e
sei convinto di aver sbagliato. Continui e scopri, davanti al casolare, un
48 piedi in costruzione che fa bella mostra di sè: sei arrivato nel cantiere
di Bert Mauri! Qui da 15 anni si costruiscono componenti in carbonio
(alberi, timoni, passerelle, ecc...) per cantieri come Catana, Swan e
Baltic, poi ogni tanto esce fuori qualche barca. Poche ma buone, viene da
dire, pensando che diversi sono i Mini 6.50 nati o modificati tra questi
colli, e poi altri prototipi come un Open 30. Ora è la volta di un Class40.
Pare che qui si costruisca solo per passione, fuori dalle più avide logiche
di mercato, una barca si fa solo se è qualcosa di interessante. Insomma, non
credo che da questo cantiere uscirà mai un banale plasticone da crociera.
Class40.it- Un Class40, perchè?
Bert Mauri- Ogni volta che finiamo una barca ci promettiamo che sia
l'ultima, perchè con la componentistica si guadagna sicuramente di più e più
facilmente, ma poi arriva qualcuno con un'idea buona e ci caschiamo di
nuovo. Questa volta, a convincerci è stato Antonio Monaco, che punta alla
Ostar del 2008.
C40- Però state costruendo uno stampo femmina, quindi contate di costruirne
altre.
B.M.- La classe sta andando molto bene, così abbiamo pensato di fare questo
investimento. Ultimamente mi hanno contattato diverse persone interessate ma
il cantiere è piccolo e abbiamo anche altri lavori, quindi non potremmo fare
una gran produzione, con 3 barche all'anno sarmmo contenti.
C40- La classe va alla grande, sopratutto in Francia, ma i francesi in
genere non credono molto nella vela italiana. Voi se non altro avete un
progettista d'oltralpe, Sam Manuard, magari questo darà fiducia ai
nostri "cugini". Nella scelta del progettista avete pensato anche a questo?
B.M.- Sarebbe una buona idea, ma il marketing non è certo il nostro forte,
alla fine i nostri clienti sono sempre amici o amici di amici. Sam lo
conosciamo da tanto, è bravo, molto disponibile e sopratutto è uno che
naviga davvero. Abbiamo lavorato diverse volte con lui, e ci fidiamo. Non
sarebbe male vendere qualche barca in Francia, ma noi puntiamo al mercato
italiano. Magari ad armatori che vogliono personalizzare al massimo la
propria barca, nei limiti dei regolamenti di classe. Ad esempio, il primo
esemplare avrà un pescaggio di due metri e mezzo, ma volendo possiamo
produrla anche col bulbo a 3 metri o con chiglia retrattile. Lo stesso vale
per il layout di coperta, l'armo e gli interni.
C40- 2.51 m. di pescaggio, siete gli unici ad aver optato per una scelta del
genere, perchè rinunciate a 50 cm. di braccio, nel momento raddrizzante?
B.M.- Un pescaggio minore permette di districarsi meglio tra i bassi fondali
del mediterraneo. Inoltre il regolamento di stazza prevede un doppio test di
raddrizzamento. La barca, sbandata di 90°, deve raddizzarsi con 220 kg. in
testa d'albero, ma non si deve raddrizzare con più di 320 kg. Questo perchè
diminuendo la capacità di raddrizzamento, diminuiscono i carichi
sull'attrezzatura, permettendo di contenere i costi. Con queste
considerazioni, Manuard è convinto di ottenere risultati migliori con dei
pesi più concentrati, quindi un pescaggio ridotto e molto peso in sentina.
Ma come ho detto ci adattiamo alle esigenze dell'armatore, ad esempio De
Gregorio, che è interessato alla nostra barca, preferirebbe i 3 metri.
C40- Quale sarà la tecnica costruttiva?
B.M.- Abbiamo optato per un grosso sandwich di resina epossidica, sotto
vuoto, su stampi femmina, sempre in epossidica. Anima in PVC da 80kg/m?,
100kg/m? nelle zone slamming. Infine pittura poliuretanica bicomponente.
C40-A che punto siete? Quando sperate di varare il primo esemplare e quali
saranno i costi?
Abbiamo appena finito il modello per lo stampo, fra un mese dovremmo
iniziare a stampare e senza intoppi speriamo di mettere la barca in acqua ad
Aprile. Contiamo di dare la barca pronta a 190.000€, ma volendo forniamo
anche solo il kit navigante a 95.000€ o scafo e coperta a circa 55.000€.
angelo@class40.it
vendredi 14 décembre 2007
LES ITALIENS AUSSI
Publié par vie-project à 12:17 PM
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